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Europa - Geografie umane, geografie urbane

La Fondazione Giovanni Santin Onlus è lieta di aver collaborato alla realizzazione del libro
Europa - Geografie umane, geografie urbane

Inserito nella CollanaLibro D’Autore AFI (Archivio fotografico italiano)

 

 

 

 

L’ACCENTO NECESSARIO

Opere di Mario Vidor

 

La Cornovaglia occupa l’estremità della penisola sud-occidentale della Gran Bretagna, insieme alla contea del Devon è senza dubbio una delle regioni del Regno Unito preferite da artisti, poeti e scrittori:  dall’omonimo romanzo di Daphne Du Maurier, vissuta a Fowey, Alfred Hitchcock prese spunto per il film “Gli Uccelli”; Virginia Woolf restando affascinata dal faro di Godrevy che sorge su un isolotto di fronte alla costa di St. Ives, scrisse Gita al Faro.

Forse ad attrarli è il paesaggio sempre molto vario, caratterizzato da coste, brughiere e campagne dove si ergono incantevoli castelli, cattedrali gotiche e dimore storiche ricche di splendidi giardini; forse sono le cittadine costiere, gli antichi villaggi di pescatori rimasti pressoché immutati nel corso del tempo, a rendere questi territori tanto apprezzati e interessanti. L’intera area, infatti, è stata dichiarata dall’UNESCO Sito Patrimonio dell’Umanità.

Non stupisce quindi che Mario Vidor abbia trascorso del tempo in questi luoghi, affascinato dal verde selvaggio delle campagne, dalle stradine orlate di muretti e vegetazioni dense, dalle spiagge chiare e lunghissime che aprono lo sguardo verso l’orizzonte. Come gli è consueto Mario Vidor ha atteso che il cielo “bevesse” i colori più accesi e, creando un gioco speculare di luci, infondesse ad ogni luogo l’atmosfera sbiancata dei silenzi, il tono morbido e opaco del tempo lento.

Le opere di Mario Vidor, infatti, non accolgono mai lo strepito, l’urlo emotivo, la spettacolarizzazione delle emozioni impermanenti. Nelle sue composizioni meditate regna l’eleganza della semplicità, il realismo pulito degli incontri spontanei, colti sapendo modulare le linee direttrici della composizione.

Nella Regione più esposta ai venti mutevoli della Corrente del Golfo e alla forza ritmica e indomabile dell’Oceano Atlantico, il clima ha giocato perfettamente con l’intenzionalità comunicativa e poetica dell’artista, che ha dato a questa meta la preziosa occasione di mostrare compiutamente le proprie specificità.

Su ampie superfici modellate dalle onde e dalle arie più lontane, l’obiettivo di Mario Vidor si muove per cogliere tanto gli aspetti più selvaggi e dinamici della Natura quanto il quotidiano di coloro che esplorano il territorio, in cerca di qualcosa che non gli appartiene ancora. Su tutto e tutti il volo indifferente del gabbiano rappresenta l’accento necessario, che Mario Vidor sa sempre cogliere e comunicare. A volte si tratta di un colore quasi inciso, un rosso lontano, una rifrazione, un contrasto, la forma di uno scafo arenato, le vele bianche sullo sfondo.
Nei momenti di luce ideale Mario Vidor ha saputo registare il poco, il quasi nulla che fa la differenza: ciò che trattiene e incanta.

Sulle ampie spiagge le strane geometrie delle coste rocciose fanno sentire l’uomo come un puntino in un’immensità sorvolata dall’incursione dei gabbiani.

Difficile stabilire quale sia il luogo o il soggetto più significativo, in questa serie di opere, ma senza dubbio l’essenza della Cornovaglia è stata colta dall’artista nel felice riflesso di forme, colori e movimenti sullo specchio del mare: cupo se in dialogo con le bianche scogliere, vibrante alla presenza dei bambini in gioco, assente ed evocato negli scatti che documentano le basse maree.

Ovunque è l’attesa a suggerire letture, a indicare la bellezza dei luoghi vissuti, a testimoniare l’importanza dello sguardo che raccoglie e si compone in opere/testimonianza della forma perfetta del Luogo e del Tempo.

 

24.05.2019

Alessandra Santin

 

 

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